venerdì 19 dicembre 2014

Impronta Ecologica del Poliuretano Espanso (Carbon Footprint)

La complessità e il costo, degli studi completi di LCA, sta stimolando gli esperti del settore a sviluppare dei metodi semplificati sia a livello di analisi e sia di comunicazione al mercato. Si stanno quindi diffondendo studi di impronta climatica, dalla dicitura inglese “carbon footprint”, che valutano l’assorbimento e l’emissione di gas clima-alteranti nell’arco dell’intera vita di un prodotto o servizio.

La carbon footprint considera tutti i gas climaalteranti del Protocollo di Kyoto: anidride carbonica (CO2), metano (CH4), ossido nitroso (N2O), il gruppo degli idrofluorocarburi (HFCs), dei perfluorocarburi (PFCs) e l’esafluoruro di zolfo (SF6) e si esprime in tonnellata di anidride carbonica equivalente (tCO2e).

La carbon footprint offre, rispetto ad uno studio LCA completo, il vantaggio di evidenziare le prestazioni riferite ad una delle priorità delle politiche ambientali, la riduzione degli effetti climalternati, e di poter essere comunicato e interpretato più facilmente.



Anche per l’impronta climatica si prevede la comunicazione dei dati tramite la Product Environmental Footprint - PEF.

Con analoghi obiettivi si stanno sviluppando studi che valutano l’impronta idrica (water footprint) evidenziando il volume di acqua consumata o inquinata in tutte le fasi del ciclo di vita di un prodotto.

Elaborare uno studio completo di LCA comporta, per la singola azienda produttrice, l’impiego di notevoli risorse e richiede un costante aggiornamento che tenga conto della evoluzione normativa nei diversi Paesi e del necessario adeguamento dei dati di input al progresso delle tecniche produttive sempre più orientate alla riduzione degli impatti ambientali.

Per consentire ad una platea sempre più ampia di produttori ed utilizzatori l’accesso a importanti indicatori delle prestazioni ambientali dei prodotti in poliuretano l’associazione europea PU Europe ha destinato importanti investimenti allo sviluppo di studi LCA e alla redazione delle relative EPD utilizzabili dall’intero settore per la caratterizzazione di specifici prodotti.

Le EPD sviluppate da PU Europe sono redatte in base alle norme ISO 14025 e EN 15804, verificate da un organismo terzo, PE International, e si fondano sul modello di calcolo e sul database GABI. Gli studi condotti hanno dimostrato che le possibili variazioni nella formulazione delle materie prime e nei consumi energetici della singola attività produttiva non determinano modifiche rilevanti ai fini dell’EPD di settore i cui risultati possono essere quindi utilizzati come valori tipici dei prodotti esaminati se, come prevede lo scopo della norma EN 15804, questi sono utilizzati per quantificare il loro contributo alla prestazione ambientale dell’edificio durante l’intero suo ciclo di vita.

Nella tabella sopra esposta si riportano i valori tipici della schiuma poliuretanica utilizzata per i pannelli in continuo senza considerare il contributo dei rivestimenti.


Fonte: Poliuretano - Ottobre 2014

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